PENSARE ALL’AFRICA

Ventanni fa ci pescavo in modo superbo: anche entro i 10 metri di profondità la fauna era incredibile. Talvolta di sera mentre il disco rosso scendeva in acqua, seduto su una delle banchine di cemento del porto mi fermavo a pensare all'Africa. Pensare all'Africa, alla costa a poca distanza sull'altra sponda, così simile a quelle della mia isola grande. I "neri" c'erano già ma non in grande misura, dopo una settimana alle Pelagie diventavamo tutti "neri"; pensare all'Africa mi distoglieva per poco tempo dai programmi della prossima battuta di pesca sub. Ventanni fa sull'altra sponda c'erano Egitto, Libia, Tunisia...Algeria....Marocco. e i loro boss in giacca e cravatta oppure con la tunica bianca Oggi non c'è nessuno. C'è solo un oceano di sabbia che si arresta davanti alla costa. Ci sono i trafficanti del deserto, i basisti dei porti, i proprietari dei barconi. E ci sono migliaia di disperati che si vendono anche l'anima ( o le loro donne) pur di andarsene dai loro paesi senza futuro, pensando che invece QUI il futuro ci sia.
 QUI C'E' L'EUROPA (MI VIENE DA RIDERE) C'E' L'EUROPA DI HOLLANDE LAGARDE DRAGHI L'EUROPA DEL TRATTATO DI DUBLINO 2 ( SONO FATTI DEL PAESE DI ARRIVO) e un buon numero di deputati europei, sì europei, ben vestiti, pieni di soldi con donne sexy ed eleganti al fianco Audi o Bmw ad aspettarli. L'Europa che dice che gli Italiani non sanno fare... Gli italiani? I siciliani, non gli italiani dai, i terroni non la gente giusta delle fabbrichette, dei commerci, di chi lavora e non parassita. Prima di arrivare in Europa c'è un pezzo di terra bruciata, una zattera in mezzo al canale di Sicilia un pezzaccio di terra posata su basamento marino africano. Non avete capito? Prima di arrivare in Europa c'è il meridione. Sono cazzi nostri che siamo in fondo più simili ai migranti che a un cittadino di Monaco, Vienna...Abbiategrasso. Prima o poi qualcuno col fazzoletto verde dirà che la soluzione è cannoneggiare i barconi.

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